Pd, Sanquerin “il sospetto è che la sentenza sia già scritta”

SESTO FIORENTINO – La ex segretaria del Pd sestese, Camilla Sanquerin, ha inviato ieri alla Commissione di Garanzia del Partito Democratico Metropolitano che sta analizzando la situazione degli otto consiglieri Pd che hanno presentato la mozione di sfiducia al sindaco Biagiotti, la richiesta di essere ascoltata. Lo afferma la stessa Sanquerin in una nota alla […]

SESTO FIORENTINO – La ex segretaria del Pd sestese, Camilla Sanquerin, ha inviato ieri alla Commissione di Garanzia del Partito Democratico Metropolitano che sta analizzando la situazione degli otto consiglieri Pd che hanno presentato la mozione di sfiducia al sindaco Biagiotti, la richiesta di essere ascoltata. Lo afferma la stessa Sanquerin in una nota alla quale aggiunge la risposta che le è stata inviata.
“Come già risposto ad altri richiedenti, la Commissione di Garanzia ha deciso di ascoltare oltre agli 8 Consiglieri deferiti solo ed esclusivamente il Commissario del Pd Unione Comunale di Sesto On. Lorenzo Becattini e l’ex Sindaco Sara Biagiotti. Ringraziando comunque per la disponibilità nell’incontrarci, porgo cordiali saluti. Il Presidente della Commissione Giancarlo Bracaglia”
“Sono stata segretario dell’unione comunale del Partito Democratico di Sesto Fiorentino dall’ottobre 2010 al 1 luglio 2015 – spiega Sanquerin – data in cui mi sono dimessa come ennesimo, ultimo grido di allarme rispetto a una situazione insostenibile nei rapporti fra PD e amministrazione comunale, situazione che il Partito Democratico regionale e nazionale, che in questi giorni si esibisce in passerelle e dichiarazioni di attenzione verso Sesto Fiorentino, ha colposamente ignorato. Ho vissuto quindi in prima persona, tanto quanto Sara Biagiotti, la sua candidatura, la campagna elettorale, questo anno di amministrazione con le discussioni (spesso da me promosse negli organi di partito) su aeroporto, bilancio, scelte per la città. La commissione di garanzia ha deciso, però, di ascoltare una sola delle due voci. Oltre a quella di Lorenzo Becattini che ha vissuto, ex abrupto, solo l’ultima settimana di questa complessa e lunga vicenda. E mentre ci si appella a regole e statuti, dopo le mie dimissioni si è commissariato il partito d’imperio e si è indetto un congresso straordinario senza convocare assemblea o direzione né per discutere quanto stava accadendo né per adempiere a quanto previsto dall’art. 17 dello Statuto nazionale  e dall’art.28 dello Statuto regionale. Diventa sempre più difficile scacciare il sospetto che la sentenza sia già scritta, che si mascheri dietro una questione regolamentare e di disciplina un disegno politico che non si ha il coraggio di esplicitare: la ‘normalizzazione’ del PD di Sesto Fiorentino”.