Polveri sottili, nel 2017 25 sforamenti. “Principale responsabile? Il riscaldamento domestico”

SIGNA – Nel 2017 gli sforamenti di pm10 (oltre 50 microgrammi) registrati dalla centralina di via Buonarroti sono stati 25, uno in meno rispetto al 2016, per una media annuale di 22,89 microgrammi. Per la Regione Toscana non si può oltrepassare il limite medio annuo di 40, l’Organizzazione mondiale della Salute raccomanda 20. Nel 2017 […]

SIGNA – Nel 2017 gli sforamenti di pm10 (oltre 50 microgrammi) registrati dalla centralina di via Buonarroti sono stati 25, uno in meno rispetto al 2016, per una media annuale di 22,89 microgrammi. Per la Regione Toscana non si può oltrepassare il limite medio annuo di 40, l’Organizzazione mondiale della Salute raccomanda 20.

Nel 2017 sono stati due i superamenti oltre i 100 microgrammi, avvenuti a gennaio. Nel 2015 gli sforamenti sopra i 50 microgrammi erano stati 33 (3 sopra i 100), nel 2014 31 (1 sopra i 100).

I risultati dei rilevamenti della centralina di Signa, dal 2014 aderente alla rete regionale, sono stati presentati questa mattina a Signa dall’assessore all’Ambiente Federico La Placa, dal responsabile ufficio Ambiente Valerio Balzoni e da Roberto Scodellini dottore di ricerca alla facoltà di Chimica dell’Università di Firenze. “Presenteremo i dati – ha detto l’assessore La Placa – ma anche una relazione generale sull’area della Piana tra Firenze, Prato e Pistoia il prossimo 10 febbraio, alle 15,30 in Salablù, in via degli Alberti. Ringraziamo il dottor Scodellini per il lavoro di ricerca, sintesi e ragionamento che ha fatto sui dati disponibili. Non solo i cittadini devono essere informati, ma devono sapere che i comportamenti quotidiani di tutti sono importanti e hanno un impatto concreto”.

Un esempio? E’ pensiero comune che la prima causa dei valori alti di pm10 e pm2,5 sia il traffico. “Ma non è così – ha spiegato il professor Scodellini – se andiamo ad analizzare tutti i valori, quello che emerge è che il primo responsabile della produzione di polveri sottili, soprattutto pm2,5, è la combustione. Quindi in sostanza il riscaldamento residenziale perché resta un residuo”. Per cui quello che pensiamo sia inoffensivo e “ecologico” come riscaldare una stanza con un caminetto o una stufa a pellet, in realtà produce polveri sottili. Nel 2013, su base nazionale, le emissioni di pm 2,5 per energia prodotta sono state 760 g/Joule da stufe a legna, 29 da stufe di ultima generazione, 0.2 dal metano, 1,5 dal gasolio.

Quindi cosa possiamo fare per migliorare la qualità dell’aria? “Si deve migliorare – ha concluso Scodellini – l’efficienza energetica degli edifici, utilizzare stufe di ultima generazione che hanno due camere di aria e bruciano ulteriormente le polveri sottili. Sicuramente anche utilizzare di più la mobilità pubblica perché se è vero che non incidono solo le emissioni dei tubi di scappamento, anche i freni e il consumo di asfalto producono polveri sottili e quindi sui trasporti si può agire ancora. Se studiamo l’andamento delle polveri sottili negli anni, notiamo che le emissioni sono calate di 15 microgrammi in 15 anni grazie al miglioramento delle tecnologie sulle vetture in fatto di emissioni, il passaggio dall’uso del gasolio al metano sul fronte riscaldamento e l’efficientamento energetico degli edifici. Sono cambiamenti a lungo periodo e i comportamenti che adottiamo hanno bisogno di tempo per produrre risultati, ma dobbiamo farlo”.