Prefettura, 29mila euro di sanzioni a una trentina di parrucchieri

FIRENZE – Prodotti privi di etichette, omissione di ricevute fiscali, attività estetica abusiva, sono alcune situazioni emerse da una trentina di saloni di acconciatori a Firenze e in provincia controllati da una task force contro la concorrenza sleale e a tutela della salute dei consumatori coordinata dalla Prefettura. L’operazione si è conclusa con 29mila euro […]

FIRENZE – Prodotti privi di etichette, omissione di ricevute fiscali, attività estetica abusiva, sono alcune situazioni emerse da una trentina di saloni di acconciatori a Firenze e in provincia controllati da una task force contro la concorrenza sleale e a tutela della salute dei consumatori coordinata dalla Prefettura. L’operazione si è conclusa con 29mila euro di sanzioni amministrative. L’azione è stata effettuata da 11 squadre. La task force ha operato venerdì scorso controllando una trentina di attività di acconciatore, gestite sia da italiani che da cittadini extracomunitari, in particolare cinesi.
Al centro dell’indagine la verifica della regolarità amministrativa, contributiva e fiscale, il rispetto delle direttive sanitarie e la conformità dei prodotti impiegati. Gli esiti del blitz sono stati esaminati oggi a palazzo Medici Riccardi nel corso di un incontro del gruppo di lavoro interforze, costituito dalla Prefettura, di cui fanno parte Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Nas, Agenzia delle Entrate, Direzione Territoriale del Lavoro, Comune di Firenze, Camera di Commercio, Inps, Inail e il Dipartimento di prevenzione della Asl.
Sono state riscontrate violazioni penali in materia di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro e per l’installazione di videocamere senza la prescritta autorizzazione, mentre i 29mila euro di sanzioni amministrative sono stati determinati da: impiego di due lavoratori a nero (per cui è stata anche sospesa l’attività dell’esercizio), mancata denuncia del periodo di prova prima dell’assunzione, assenza di requisiti base (come abilitazione professionale e iscrizione all’Inps del titolare), presenza di dipendente senza qualifica, esercizio di attività di estetica in modo abusivo, omissione delle ricevute fiscali, mancanza delle scritture contabili. In un caso sono state sequestrate 17 confezioni di cosmetici perché prive di etichetta italiana.
“Sono risultati positivi – ha sottolineato il prefetto Luigi Varratta – e confermano che la maggior parte delle imprese lavora nel rispetto delle regole. L’obiettivo della nostra azione è proprio quello di salvaguardare chi opera correttamente. Tante sono le aziende che per esercitare legalmente la loro attività sostengono costi elevati e osservano rigorosamente vincoli e divieti In gioco ci sono la tutela di un’intera categoria professionale e la salute dei consumatori, che può essere messa a rischio dall’uso di cosmetici nocivi”.