Presidio alla Selex “Sono stati il male non possono essere la cura”

CAMPI BISENZIO – “Loro che sono stati il male non possono esserne la cura”. Queste le parole di Simone Pellegrini, rappresentate Rsu-Fiom dei lavoratori della Selex, questa mattina in presidio davanti allo stabilimento di via Einstein per protestare contro il piano di riorganizzazione aziendale. Si riferisce alla dirigenza della Selex Galileo Pellegrini, che continua spiegando […]

CAMPI BISENZIO – “Loro che sono stati il male non possono esserne la cura”. Queste le parole di Simone Pellegrini, rappresentate Rsu-Fiom dei lavoratori della Selex, questa mattina in presidio davanti allo stabilimento di via Einstein per protestare contro il piano di riorganizzazione aziendale. Si riferisce alla dirigenza della Selex Galileo Pellegrini, che continua spiegando i motivi dello sciopero dei dipendenti. “Alla Galileo di Campi abbiamo già avuto 55 esuberi volontari e ora i dirigenti ne chiedono altri 68, tutt’altro che volontari, più un mese l’anno di cassa integrazione per due anni per tutti i dipendenti – spiega il sindacalista Fiom – ma mi chiedo come possa essere creato un piano di riefficienza del genere, se questo sito è quello che fattura di più e fino a ieri ci chiedevano gli straordinari. Il nostro amministratore delegato Fabrizio Giulianini ci ha detto che il fatturato è cresciuto del 50% pro capite, sono parole sue”. Hanno aderito al presidio anche altre sigle sindacali tra cui Fim, rappresentata da Marco Tesi. “Protestiamo contro questa riorganizzazione che non riteniamo essere la soluzione ai problemi dell’azienda – afferma Tesi – e chiediamo che ci vengano comunicati gli obiettivi dei siti Selex, e che il confronto coi lavoratori continui”.

presidio selex 9Fuori dai cancelli dell’azienda i dipendenti dell’azienda del gruppo Finmeccanica resteranno in presidio fino alle 12 di oggi. “Ieri un nostro dirigente si è fatto dare una Mercedes in cambio della sua auto aziendale da 70mila euro, solo perché era graffiata – conclude Pellegrini – qui ci sono famiglie che rischiano di non arrivare a fine mese mentre questa è la nostra dirigenza, indegna di essere a capo di questa azienda”.  I. G.