Primo Maggio. “Più lavoro di qualità, più pagato e maggiore sicurezza”

SESTO FIORENTINO – “Il lavoro è l’anima, l’ossatura della nostra comunità e della nostra politica. Concludo dicendo quello che una volta era il motto dei lavoratori, un saluto che era anche un saluto di speranza: proletari di tutto il mondo unitevi”. Con queste parole il sindaco di Calenzano Alessio Biagioli ha concluso questa mattina in piazza […]

SESTO FIORENTINO – “Il lavoro è l’anima, l’ossatura della nostra comunità e della nostra politica. Concludo dicendo quello che una volta era il motto dei lavoratori, un saluto che era anche un saluto di speranza: proletari di tutto il mondo unitevi”. Con queste parole il sindaco di Calenzano Alessio Biagioli ha concluso questa mattina in piazza Ginori il suo intervento per la celebrazione del Primo Maggio.

Le celebrazioni del Primo Maggio sono iniziate con il corteo che ha attraversato le strade del centro, aperto dalla Banda musicale di Sesto Fiorentino e seguito da numerose persone con in testa i sindaci di Sesto Lorenzo Falchi, di Calenzano Alessio Biagioli, di Campi Bisenzio Emiliano Fossi e l’assessore del Comune di Signa Federico La Placa. Il corteo si è chiuso in piazza Ginori dove ci sono stati gli interventi del sindaco Biagioli e di Giovanni Ronchi della Cisl Firenze-Prato.

“Non è uguale avere uno stipendio o avere un lavoro per questo ci dobbiamo battere – ha detto il sindaco Biagioli – Ci dobbiamo battere perché il lavoro abbia la dignità, la caratteristica di valorizzare le aspettative di ciascuno e di contriuire con la propria opera al benessere della propria comunità. Oggi festeggiamo, ma da domani dobbiamo cominciare a riflettere perchè senza analisi critica senza un pensiero lungo che ci faccia pensare alla nostra società, ai valori costituzionali e a come applicarli credo vedremo sempre più ridurre gli spazi di democrazia, diritto e di convivenza civile. Dobbiamo chiederci come mai oggi che la nostra istruzione è entrata nelle nostre case e la scolarizzazione attraversa tutta la società ci sia un analfabetismo di ritorno e quel sistema di istruzione produce a volte delle buone nozioni ma non produce sempre dei buoni cittadini. non produce un senso che faccia lottare per il bene comune per difendere i propri diritti. Questo è un tema sociale che dobbiamo affrontare se vogliamo tenere alto i valori dello Stato e dei valori costituzionali. Ci dobbiamo domandare perché oggi dove c’è un benessere diffuso si va indietro sulla distribuzione del reddito in cui oggi lavorare non significa più uscire dal sistema del bisogno”.

Ronchi ha sottolineato che serve “più lavoro di qualità, lavoro pagato di più e più sicurezza. In particolare per i giovani che oggi in Italia un giovane su tre non ha lavoro. In 10 anni sono raddoppiati i sottooccupati e il 25% ha un impiego inferiore al titolo di studio. E’ un’emergenza”

Ronchi poi si è soffermato sul fatto che “bisogna cambiare marcia e direzione” e “la politica si deve occupare di cose serie e importati e lo deve fare in modo serio. Basta con i proclami e le distrazioni di massa in tv o sui social sapere cosa mangia un politico o come si veste non ci importa. Pretendiamo che si occupi di noi, delle persone, delle famiglie.”.

“Rilanciare il lavoro – ha aggiunto Ronchi – significa rilanciare gli investimenti pubblici e privati. Servono infrastrutture: siamo in un Paese in cui i collegamenti sono un grosso problema e dove il 90% delle merci si muove sui tir sulle nostre strade con costi sociali, economici ed ambientali insostenibili”.

Al termine del comizio in piazza Ginori una signora ha avuto un malore. Immediato l’intervento dei sanitari del 118 che hanno soccorso la donna.