Primo maggio senza manifestazioni, ma ancora più festa del lavoro

FIRENZE – Sarà davvero un 1 maggio inedito. “Oggi non possiamo scendere in strada a festeggiare, non lo possiamo fare – dicono Paola Galgani, segretaria generale Cgil Firenze, Roberto Pistonina, segretario generale Cisl Firenze-Prato e Paola Vecchiarino, responsabile Uil Area Fiorentina in una nota – perché un nemico impalpabile, subdolo, pericoloso, non ci consente di […]

FIRENZE – Sarà davvero un 1 maggio inedito. “Oggi non possiamo scendere in strada a festeggiare, non lo possiamo fare – dicono Paola Galgani, segretaria generale Cgil Firenze, Roberto Pistonina, segretario generale Cisl Firenze-Prato e Paola Vecchiarino, responsabile Uil Area Fiorentina in una nota – perché un nemico impalpabile, subdolo, pericoloso, non ci consente di riunire il popolo del lavoro, quel popolo che rende migliore la nostra vita ed è indispensabile per portare avanti il Paese come la chiusura delle attività produttive ha dimostrato. Ma possiamo e dobbiamo comunque portare avanti le parole e le istanze dei lavoratori e delle lavoratrici che rappresentiamo. A partire da coloro che troppo spesso sono invisibili ai grandi mezzi di comunicazione e che invece hanno mostrato quanto il loro lavoro sia importante: dagli addetti alle pulizie ai commessi e agli autisti. Che in questi settori (e non solo) si annidi lavoro povero e precarietà è una ferita che dovrà essere sanata rapidamente. Troppo spesso sentiamo parlare del lavoro a sproposito, per lo più senza cognizione di causa, talvolta accusando i lavoratori e chi li rappresenta di inefficienza o, ancor peggio, di essere la fonte di molti problemi del Paese. Oggi, solo oggi, è evidente a tutti l’importanza del lavoro, di quel mondo che non vive di rendita, non alimenta la bolla finanziaria, ma viceversa crea la ricchezza che rende grande un’economia reale e non fittizia; un mondo che consente, attraverso il lavoro, la realizzazione e la crescita democratica delle donne e degli uomini. Perché il lavoro, a differenza della rendita e della finanza speculativa, non consente solo la crescita individuale, ma anche e soprattutto quella collettiva, di tutta la comunità, nazionale e umana”. “Questa epidemia – proseguono gli esponenti sindacali – ha portato anche a valorizzare il lavoro pubblico, troppe volte accusato ingiustamente di scarso impegno e inefficienza e ora invece esaltato per quello che il sindacato ha sempre rivendicato: il suo valore per tutelare tutte e tutti, per raggiungere il miglioramento del benessere economico, sociale, ambientale delle comunità. Noi aggiungiamo che serve tornare a dare centralità al pubblico nell’erogare welfare, superando la logica del mero profitto e del sistema degli appalti per ridurre costi e salario. Nei prossimi mesi dovremo svolgere un lavoro ancor più importante: garantire la salute e sicurezza per tutti coloro che lavorano, a partire da quanto previsto dal Protocollo del 24 aprile, contrattare orari e ritmi di lavoro e di vita adeguati ai nuovi tempi, essere vigili per non lasciare indietro nessuno, soprattutto i più deboli e le fasce sociali più fragili, e impedire che la riorganizzazione produca perdita di occupazione. Si aprirà una stagione con sfide difficili, noi puntiamo sulla tutela di un lavoro di qualità, dignitoso e giustamente retribuito come volano per un modello sociale più equo. È questa la sfida che lanciamo al Paese, alla politica e alle imprese. In questo tempo anomalo, sarà un 1 maggio inedito; ma sarà sempre il 1 maggio del lavoro”.