Quando Sesto era come l’Olanda, la città dei mulini

SESTO FIORENTINO – Non sarà l’Olanda, ma anche Sesto, è stata “terra di mulini”. Di queste strutture, adesso è rimasto solo qualche traccia e un po’ di ricordi di coloro che non sono più giovanissimi. Alla loro riscoperta, o scoperta, la Pro Loco ha organizzato per domani una passeggiata in città. L’appuntamento è alle 9.30 […]

SESTO FIORENTINO – Non sarà l’Olanda, ma anche Sesto, è stata “terra di mulini”. Di queste strutture, adesso è rimasto solo qualche traccia e un po’ di ricordi di coloro che non sono più giovanissimi. Alla loro riscoperta, o scoperta, la Pro Loco ha organizzato per domani una passeggiata in città. L’appuntamento è alle 9.30 alla Casa del Guidi di via Veronelli. L’itinerario toccherà alcuni dei 15 mulini attivi a Sesto fino alla seconda guerra mondiale e ripercorrerà la loro storia e il legame con le attività del territorio. Oggi di questi luoghi dove venivano macinati i cereali e la farina, resta solo qualche traccia, nel tempo con la dismissione della macinazione quasi familiare del grano, i mulini si sono trasformati.

“L’ultimo mulino è rimasto attivo fino alla seconda guerra mondiale – dice il vicepresidente della Pro Loco, Mario Berti – era il mulino del Bini in quella che oggi si chiama via Dante Aligheiri ma allora era conosciuta come ‘il mulino’. Quello più a sud era il mulino, oggi casa dell’architetto Mannini, a sud ferrovia. Invece in via Catese, vicino all’ulivo Rosso i mulini erano tre”. Altri mulini erano all’Infernino e al Paradisino e anche all’incrocio tra via Cafiero e via di Colonnata.

“In molti casi – spiega Berti – accanto al mulino c’era il forno, perchè oltre a macinare il grano si cucinava il pane. Ecco quella di domani sarà una passeggiata alla riscoperta della nostra storia”.