Riforma del 118, la parola al mondo del volontariato

FIRENZE – Sulla riforma del 118 il mondo del volontariato, da sempre parte attiva e integrante del sistema di soccorso, dice la sua. In una conferenza stampa il presidente di Anpas Toscana Dimitri Bettini, quello delle Misericordie Toscana Alberto Corsinovi e il direttore del CRI Toscana Pasquale Moreno hanno espresso il loro parere in una […]

FIRENZE – Sulla riforma del 118 il mondo del volontariato, da sempre parte attiva e integrante del sistema di soccorso, dice la sua. In una conferenza stampa il presidente di Anpas Toscana Dimitri Bettini, quello delle Misericordie Toscana Alberto Corsinovi e il direttore del CRI Toscana Pasquale Moreno hanno espresso il loro parere in una conferenza stampa.
“Con l’avvento del 118 – spiegano Misericordie, Anpas e Croce Rossa – si è stabilita una collaborazione strettissima tra pubblico e volontariato e se nella nostra regione il livello del servizio è così alto lo si deve proprio alla presenza diffusa e capillare del volontariato sul territorio. Oggi, di fronte alle nuove sfide, rappresentate dall’evoluzione della scienza medica, ma anche dalla situazione contingente di carenza dei medici, noi ci siamo rimessi in gioco, per il bene delle nostre comunità. Lo abbiamo fatto rispondendo prontamente alle richieste della Regione e dei direttori delle centrali operative, fornendo i dati sulla nostra presenza territoriale capillare, città per città, borgo per borgo. Il tutto finalizzato esclusivamente a consentire ai tecnici della Regione di ridisegnare il sistema di emergenza/urgenza territoriale, così da rispondere in maniera più efficiente ed efficace alle esigenze del cittadino”.

“Abbiamo letto – hanno spiegato gli esponenti delle associazioni – però una serie di prese di posizione, in alcuni casi anche scomposte, che ci hanno lasciato perplessi ed amareggiati. Non ha senso parlare di privatizzazione o esternalizzazione del servizio per il fatto che si preveda un impegno del volontariato con modalità diverse rispetto al passato, perché altrimenti dovremmo dire che da sempre il servizio è privato e esternalizzato, visto che il sistema in Toscana è largamente basato sul volontariato, che è sinergico con il servizio sanitario regionale di cui, come sancito anche da una legge regionale, è parte integrante. Non possiamo non notare che questa serie di attacchi è nata, pretestuosamente, quando ha preso il via la discussione per la revisione della legge regionale 25 che, risalendo all’ormai lontano 2001, necessita comprensibilmente di una profonda rivisitazione”.