Saverio Tommasi, da attore di teatro a giornalista da milioni di click

LASTRA A SIGNA – #latuastoria di questa settimana è senza dubbio una storia particolare. E’ la storia di un collega, che da sestese è “diventato” lastrigiano, che da attore di teatro è diventato giornalista e i cui video hanno milioni di visualizzazioni. Stiamo parlando di Saverio Tommasi (nella foto con l’assessore alla cultura del Comune […]

LASTRA A SIGNA – #latuastoria di questa settimana è senza dubbio una storia particolare. E’ la storia di un collega, che da sestese è “diventato” lastrigiano, che da attore di teatro è diventato giornalista e i cui video hanno milioni di visualizzazioni. Stiamo parlando di Saverio Tommasi (nella foto con l’assessore alla cultura del Comune di Calenzano, Irene Padovani, e la responsabile della biblioteca CiviCa Francesca Meoli), giornalista di fanpage.it, nei giorni scorsi ospite di CiviCa a Calenzano. Tornato a vivere da poco a Ginestra, l’incontro “calenzanese” è servito per capire tanti aspetti del lavoro di giornalista, quello che ci accomuna, ma anche per vedere alcuni dei suoi video più, “cliccati”, video da milioni di visualizzazioni. La serata è partita infatti da come ci si muove con le varie “fonti” di riferimento, è proseguita con la differenza fra giornalista pubblicista e giornalista professionista ed è terminata… sullo schermo. Grazie ai video, come già detto in precedenza, da quello di Ilaria, una ragazza di Brescia che, sulla sua carrozzina, fa anche il “giro della morte”. Alle reazioni di un gruppo di ragazze che, dopo aver ricevuto precise indicazioni, pur non sapendo cosa avrebbe detto, dovevano rispondere ad alcune offese sessiste, oltre che domande dello stesso genere, pronunciate dallo stesso Tommasi “nascosto” dietro una tenda. Ma non solo. “Vivevo di teatro – ha raccontato – ma a un certo punto ho lasciato perché la mia passione era ed è raccontare storie”. E così è iniziata la sua seconda vita nel mondo dell’indicizzazione. “Cercare lavoro è un lavoro e così inviai un mio video sul meeting di Rimini di Comunione e Liberazione a fanpage. Un video, uno dei tanti, a carattere sociale con quelle storie che non riuscivo a raccontare a teatro e che invece volevo diffondere. Fui contattato tramite Facebook, mi chiesero cinque video e da lì è iniziata la mia avventura”. La dimostrazione insomma che, anche in questo lavoro, se uno crede in quello che fa, poi ci può stare che i risultati arrivino. “Bisogna avere rispetto di ciò che piace alle persone ma bisogna provare a raccontare anche quello che non piace”. Basti pensare, per esempio, a un video sul carcere femminile di Empoli che, solo su YouTube, ha avuto un milione e 700.000 visualizzazioni. Due le regole basilari: l’approccio alla notizia e l’immedesimazione nella storia. O forse tre perché “vado nei posti – ha detto – come se non sapessi niente di quello che voglio raccontare”. Addirittura quattro perché “bisogna saper cambiare in base alla storia che si vuole raccontare”. Noi abbiamo provato a raccontare la sua, se qualcuno si è incuriosito e vuole saperne di più, deve solo digitare fanpage.it e cercare i suoi video.