Spettacolo dal vivo, “settore in ginocchio”. Le proposte di Slc Cgil per la ripartenza

FIRENZE – E’ uno dei settori più colpiti da questa emergenza sanitaria, il settore dello spettacolo da vivo. I provvedimenti restrittivi imposti per contenere la diffusione del Covid-19 ha imposto la chiusura delle attività ormai da due mesi e rischia di dare un serio colpo al settore che nella stagione estava, in tempi normali, avrebbe […]

FIRENZE – E’ uno dei settori più colpiti da questa emergenza sanitaria, il settore dello spettacolo da vivo. I provvedimenti restrittivi imposti per contenere la diffusione del Covid-19 ha imposto la chiusura delle attività ormai da due mesi e rischia di dare un serio colpo al settore che nella stagione estava, in tempi normali, avrebbe avuto il suo periodo migliore. La Slc Cgil Firenze-Prato-Pistoia scrive a lavoratori, pubblico e istituzioni per lanciare una serie di proposte per una ripartenza in sicurezza dal Covid-19. Tra i punti sottolineati “i sostegni al reddito e al credito. Poi, spettacoli all’aperto d’estate, integrazione con le produzioni dell’emittenza, laboratori, manutenzione degli archivi: si apra un tavolo con tutte le parti interessate”. “Siamo tutti consapevoli della criticità del momento e della necessità del rispetto delle norme che preservino la salute di tutti, – scrive Cristina Pierattini (Slc Cgil Firenze-Prato-Pistoia) – nonostante ciò non possiamo fare a meno di essere fortemente preoccupati per le prospettive di ripresa delle attività del settore. Il mondo dello spettacolo dal vivo è molto variegato: moltissime sono le tipologie di eventi, tante sono le professionalità che operano, professionalità che si vedono (attori, danzatori, cantanti, musicisti, mimi, figuranti) e professionalità che non si vedono ma che sono necessarie affinché tutto funzioni (registi, scenografi, datori luci, costumisti, tutto il personale tecnico, tutti gli assistenti, ma anche tutta la parte organizzativa, di accoglienza). In Italia si stimano un milione e mezzo di persone che lavorano con contratti dipendenti a tempo indeterminato (pochi), a termine, precari, intermittenti, di collaborazione, a Partita Iva in settori che vanno dalla PA passando per le fondazioni liriche, i teatri, le imprese, le cooperative e le associazioni culturali anche nel settore no profit. Oltre ad un nutrito indotto che vive attorno a questa attività industriale ed economica. Da un giorno a l’altro spettacoli ed eventi sono stati cancellati, i laboratori e le lezioni sospesi e rinviati a data da destinarsi. Occorre pertanto trovare misure di supporto sia nell’immediato che in termini di prospettiva”. “Le proposte, si legge nella lettera, riguardano il sosteno al reddito. “Oltre alla messa in campo di tutti gli strumenti di sostegno al reddito subitanei e necessari per gestire la quotidianità delle persone – dice Pierattini – occorre ripensare una possibile ripartenza e gestire la fase del dopo emergenza. Possiamo cogliere questo forzato momento di pausa per riflettere e cercare soluzioni alternative e innovative per la parte produttiva e migliorare quella che riguarda le regole che governano questa parte di mondo del lavoro garantendo diritti e tutele universali a coloro che ci trovano sostentamento. Riconvertire le attività e i progetti già programmati, ripensare i progetti da mettere in atto in attesa della riapertura, separare le fasi in relazione alla peculiarità delle attività, consentire la ripresa delle attività dei laboratori di costruzione e della manutenzione conservativa del patrimonio scenografico e di archivio (dove esista), pensare alla stagione estiva utilizzando gli spazi all’aperto delle città per allestire gli spettacoli e rimettere in moto la funzione sociale del teatro per un riavvicinamento del pubblico, prevedere sostegni per agevolare il rispetto delle norme per la limitazione della diffusione del Covid 19 quali la sanificazione degli spazi di lavoro e di quelli destinati al pubblico, prevedere e condividere con le organizzazioni sindacali un protocollo opportunamente dedicato al settore, rivedere i tecnicismi che impedirebbero lo svolgimento di alcune attività e che invece sarebbero possibili (revisione e ampliamento dei codici Ateco), riconvertire la parte dei laboratori didattici nella scuola pubblica in DAD, agevolare e praticare la formazione e riqualificazione professionale, favorire le modalità di produzione attraverso i nuovi media non in sostituzione, ma a supporto e in complementarietà con le attività canoniche e istituzionali, integrare le modalità della produzione dell’emittenza e restituire così nuova vita e vocazione, anche in chiave di diffusione delle contemporaneità, agli spazi delle sedi di trasmissione radiotelevisiva (per esempio le sedi Rai)”. Per Pierattini “sarà necessario, e lo chiediamo con forza, mettere in atto immediatamente percorsi di confronto a tutti i livelli, istituzionali, con le imprese, con le parti sociali, per lavorare a tutte le possibili soluzioni finalizzate alla creazione e alla ricomposizione del lavoro nel settore della produzione culturale e dello spettacolo dal vivo. Avviare da subito una analisi della qualità e della quantità del lavoro di settore nel territorio, rendere dignità e senso alle professioni culturali e artistiche riconoscendone il valore attraverso la giusta remunerazione e inquadramenti contrattuali. Valutare modalità semplificate e agevolate di accesso al credito per le imprese, immettere risorse che ritornino in un circolo virtuoso alla comunità anche nell’ottica di ricostituire un tratto identitario e di tenuta sociale di cui in questo momento tanto abbiamo bisogno”.