Bagnolo srl: presidio permanente e sciopero della fame

CALENZANO – Avevano iniziato a lavorare nell’ottobre dello scorso anno i 22 dipendenti, alla Bagnolo di via Baldanzese, ma dopo pochi mesi sono cessati i pagamenti degli stipendi e da ieri (secondo mese senza pagamento delle mensilità) l’azienda ha detto di non avere soldi e li ha messi alla porta. Così i 22 lavoratori, tutti […]

CALENZANO – Avevano iniziato a lavorare nell’ottobre dello scorso anno i 22 dipendenti, alla Bagnolo di via Baldanzese, ma dopo pochi mesi sono cessati i pagamenti degli stipendi e da ieri (secondo mese senza pagamento delle mensilità) l’azienda ha detto di non avere soldi e li ha messi alla porta. Così i 22 lavoratori, tutti stranieri di cinque nazionalità diverse (Afghanistan, Bangladesh, Costa d’Avorio, Senegal, Pakistan), questa mattina hanno manifestato con un presidio davanti ai cancelli dell’azienda Bagnolo sostenuti dalla Filctem Cgil e da un gruppo di lavoratori della Manetti e Roberts che hanno portato la loro solidarietà. Da stamani i lavoratori sono in presidio permanente (la Cgil sta attrezzando sedie e gazebo in vista della notte) e lavoratori in sciopero della fame “se non possono più mangiare i nostri figli, non mangiamo nemmeno noi”, dicono i lavoratori.

L’azienda, di proprietà albanese, si occupa di produzione di materiali per il pronto moda.

“Martedì prossimo, ma la l’orario è ancora da fissare, divremo incontrare l’azienda – dice Alessandro Picchioni di Filctem Cgil – questa azienda è stata creata nell’ottobre 2018 e da quello che ci hanno raccontato i lavoratori era richiesto un impegno lavorativo di 60 ore settimanali per uno stipendio di 800 euro mensile. Adesso queste 22 famiglie si trovano senza avere la possibilità di pagare l’affitto e di poter mangiare. Alcuni di loro per questo lavoro arrivano con il treno da Pisa”.

Secondo il sindacato “si ripropone con forza il tema della trasparenza della filiera e della legalità nei settori produttivi, chiederemo l’interessamento delle istituzioni sulla vertenza”.

“Lanceremo un appello alle istituzioni per seguire questa situazione – dice Picchioni – perchè si parla di persone con professionalità che restano senza alcuna risorsa”.