Bassilichi (Sì aeroporto): “Il metodo Brexit dei No aeroporto…”

FIRENZE – Per Leonardo Bassilichi, presidente del comitato Sì aeroporto, “la mobilitazione dei No aeroporto prevista per sabato 30 marzo appare completamente priva di motivazione”. E, proprio in vista della manifestazione, spiega il perché, ribadendo la posizione favorevole all’ampliamento dello scalo aeroportuale fiorentino del comitato di cui è alla guida. Da decenni gli abitanti di […]

FIRENZE – Per Leonardo Bassilichi, presidente del comitato Sì aeroporto, “la mobilitazione dei No aeroporto prevista per sabato 30 marzo appare completamente priva di motivazione”. E, proprio in vista della manifestazione, spiega il perché, ribadendo la posizione favorevole all’ampliamento dello scalo aeroportuale fiorentino del comitato di cui è alla guida.

Da decenni gli abitanti di Firenze e della Piana sono costretti a sopportare, a causa di scelte amministrative e urbanistiche poco lungimiranti del passato, pesanti disagi per la vicinanza dell’aeroporto di Firenze: si pensi ai 10.000 sorvolati e a un assetto viario circostante che provoca inutile inquinamento. Con la realizzazione della nuova pista dell’aeroporto tutto questo verrà risolto, inoltre, quello che oggi è un acquitrino maleodorante e inutilizzato sarà trasformato in un nuovo parco, più grande delle Cascine. Ecco, di fronte a questa nuova possibile situazione la mobilitazione dei No aeroporto prevista per sabato 30 marzo appare completamente priva di motivazione. Ma ciò che maggiormente colpisce non è la libera espressione di qualche centinaio di cittadini, che crediamo in buona fede, ma il modo con cui sei sindaci, in modo del tutto strumentale soprattutto per chi non ha interessi territoriali con l’opera, cavalchino per meri interessi politici una protesta che va contro l’interesse della popolazione che loro stessi dovrebbero rappresentare. Nelle ultime settimane ben si è visto l’approccio pragmatico dei primi cittadini di Signa e Lastra a Signa, che hanno giustamente utilizzato la vicenda dell’aeroporto per risolvere il decennale problema del nuovo ponte sull’Arno, e quello esclusivamente ideologico dei colleghi di Sesto, Campi, Calenzano, Poggio a Caiano, Carmignano e Prato che invece continuano a dire no allo sviluppo e all’ambiente, in questa vicenda a braccetto. Per certi versi, sembrano un po’ come quei conservatori inglesi che per meri interessi di partito, ignorando completamente la realtà dei fatti, hanno iniziato a calvare la spinta a favore della Brexit per rispondere in modo sbagliato a esigenze legittime dei loro cittadini e che poi, per non perdere il consenso anche di fronte al palese errore, stanno procedendo verso il baratro con la stessa incoscienza con cui farebbe un funambolo improvvisato sul filo. Poi, c’è una questione di opportunità. Come possono sei sindaci che hanno presentato altrettanti ricorsi al Tar contro l’aeroporto chiamare il popolo a scendere in piazza a pochi giorni dal pronunciamento dei giudici previsto per il 3 aprile? Non vogliamo neanche pensare che lo scopo della protesta sia quello di “sensibilizzare” dei giudici amministratavi, per loro natura terzi, chiamati a decidere su atti e norme e non certo per accontentare una minoranza rumorosa. Da molti anni Firenze, la Piana e la Toscana stanno aspettando il miglioramento dell’aeroporto di Firenze per superare le attuali criticità ambientali e allo stesso tempo consentire collegamenti ottimali con il resto dell’Europa. Lo chiedono i cittadini, quasi 8.000 le firme raccolte sul sito www.siaeroporto.org e continuano a crescere, e lo chiede il mondo del lavoro: associazioni delle imprese e sindacati. Tutti vorrebbero poter contare su un’infrastruttura ambientamene meno impattante e maggiormente affidabile di quanto oggi mille dirottamenti e 140.000 passeggeri deviati su altri scali ogni anno possano assicurare. Ormai se ne sono resi conto tutti dei benefici della nuova pista. A iniziare dal ministero delle infrastrutture che, anche se guidato da un ministro preconcettualmente contrario, non ha potuto far altro che dare il via libera definitivo all’opera. Eppure, sei “giapponesi” continuano la loro battaglia in piazza. Qualcuno li avvisi che la guerra è finita.

Leonardo Bassilichi, presidente comitato Sì aeroporto