Case Passerini, Marcheschi (FdI) “I risarcimenti siano pagati dalla Regione”

FIRENZE – Non devono essere i Comuni a pagare le penali se si parla di impianti di termovalorizzazione non realizzati: è quanto sostiene il consigliere regionale di FdI Paolo Marcheschi prendendo spunto dal ricorso vinto dai due Comuni, Pistoia e Serravalle Pistoiese, per, dice “i ‘costi del non fare’”. “Personalmente – dice Marcheschi – ho sempre […]

FIRENZE – Non devono essere i Comuni a pagare le penali se si parla di impianti di termovalorizzazione non realizzati: è quanto sostiene il consigliere regionale di FdI Paolo Marcheschi prendendo spunto dal ricorso vinto dai due Comuni, Pistoia e Serravalle Pistoiese, per, dice “i ‘costi del non fare'”. “Personalmente – dice Marcheschi – ho sempre contestato il fatto che le opere pubbliche, programmate, ma non realizzate siano un costo sociale importante ed iniquo che ricade su tutti indistintamente. In pochi decidono, ma tutti ne pagano i costi. La legge è chiara, se la revoca del provvedimento comporta pregiudizi in danno dei soggetti interessati (in questo caso le aziende che hanno in appalto i lavori), l’amministrazione ha l’obbligo di provvedere al loro indennizzo. Il caso del termovalorizzatore di Selvapiana è clamoroso, perché la decisione di non farlo ha avuto un costo e si voleva riversare questo costo su tutti i comuni dell’Ato. Un paio di Comuni si sono opposti, hanno deciso di non pagare. L’Ato ha fatto ricorso al Tar, ma questo invece di obbligare i due Comuni a compartecipare al costo, l’ha rigettato rimandandolo al giudice ordinario. Essendo la programmazione dei rifiuti, una questione di competenza regionale, se la decisione di non fare qualcosa è regionale, allora perché le penali, ossia una parte dei costi del non fare, le devono pagare i comuni anche se non hanno alcuna responsabilità nel non averlo fatto? QThermo, società quotata in Borsa, (impresa che è al 60% di Alia e al 40% di Hera) per il termovalorizzatore di Case Passerini ha calcolato un indennizzo tra i 12 e i 20 milioni di euro”.

“Noi chiederemo che questi milioni non vengano spalmati tra tutti i Comuni dell’Ato Centro – prosegue Marcheschi – ma che vengano addebitati a quei Comuni (come Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio) che hanno fatto opposizione affinché l’opera non si realizzasse. Quei comuni che avrebbero dovuto realizzare quelle opere compensative (i cosiddetti boschetti della Piana) che erano il presupposto per la costruzione dell’impianto e che hanno motivato la bocciatura del Consiglio di Stato. In sostanza le responsabilità politiche del non fare non possono ricadere indistintamente su tutti i cittadini. Per di più ci sono Comuni toscani che hanno una percentuale di raccolta differenziata molto alta ed altri che hanno impianti (leggasi discariche) già funzionali a tutto il ciclo dell’Ato e che pagano già un costo ambientale importante”.