FIRENZE – La mafia cinese del triangolo Firenze- Prato – Osmannoro che viene sottovalutata, la mafia albanese e quelle italiane: la Toscana non è esente da fenomeni mafiosi. Anzi, secondo la Fondazione Antonino Caponnetto la Toscana “rischia di di esser divorata dalla mafia in silenzio”: è questo lo slogan scelto per il lavoro da affrontare nel 2020.
E’ stato presentato alla stampa questa mattina l’impegno previsto per l’anno appena iniziato, in cui ricorre anche il centenario della nascita di Antonino Caponnetto. All’incontro era presente il sostituto procuratore nazionale antimafia Cesare Sirignano.
“Il 2020 per la lotta alla mafia in Italia – spiega il presidente della Fondazione Salvatore Calleri – sarà un anno cruciale. Il 2020 sarà l’anno in cui si verificherà l’effettiva volontà di combattere la mafia. Il 2019 ha visto la messa in discussione, de facto, del doppio binario e l’avanzata culturale dei pro mafia. Situazione bilanciata dall’ultima operazione della procura di Catanzaro che ha colpito i clan calabresi in modo duro. Il doppio binario è stato messo in discussione con la sentenza della Cedu sull’ergastolo ostativo e la successiva sentenza della Corte Costituzionale sui permessi premio che hanno aperto la prima breccia nella nostra legislazione, ridando voce a chi intende rimettere in discussione l’intero impianto antimafia. La Fondazione Caponnetto teme che possano essere attaccati altri pezzi della normativa quali il 41bis, le interdittive alle imprese mafiose e altri strumenti importanti quali gli scioglimenti dei comuni per mafia. Il tutto senza che al momento si sia registrata una opportuna reazione né da parte governativa né da parte delle opposizioni, che non sono andate oltre a semplici dichiarazioni di contrasto e stupore oppure di sostegno alle sentenze. Il tutto mentre la magistratura attraversa una crisi che non è stata mai così profonda”.
Nel 2020 i temi da toccare in Toscana saranno: la agromafia con una attenzione ai mercati, in primis di Firenze, la zoomafia (presentazione del rapporto LAV), i rifiuti, i traffici di droga nei porti con una attenzione su Livorno ed altri porti minori, la mafia nigeriana, la mafia cinese, la mafia albanese, le mafie italiane, le acquisizioni commerciali.
In relazione alla mafia nigeriana, dalla relazione della DIA secondo la Fondazione Caponnetto si evince la presenza di numerosi gruppi mafiosi. Occorre verificare con la massima attenzione se tali gruppi operino pure in Toscana e in particolare a Firenze. “A Firenze – dice la Fondazione – infatti i gruppi criminali nigeriani controllano già due aree trasformate in piazze di spaccio quali le Cascine e la Fortezza con una espansione probabile alla Stazione SMN”.Anche il territorio della Piana è presente nelle analisi della Fondazione. “In relazione alla mafia cinese che è storicamente presente sul territorio toscano con tanto di sentenza di cassazione, si assiste ad una sottovalutazione del fenomeno che sembra caduto nel dimenticatoio, ma non dobbiamo dimenticare che la mafia cinese del triangolo Firenze- Prato – Osmannoro comanda in Italia ed in parte dell’Europa. In generale poi si registra una presenza invasiva, oltre ai sempre presenti gruppi italiani, della mafia albanese. Nel 2020 occorrerà seguire poi con maggiore attenzione le acquisizioni commerciali a Firenze. Da nostre stime visive un buon 60% son da verificare in merito al riciclaggio di denaro sporco”.
“In conclusione se nel 2018 abbiamo coniato lo slogan ‘La Toscana è terra di criminalità organizzata e in parte colonizzata dalla mafia’, per il 2020 viene lanciato lo slogan ‘La Toscana rischia di di esser divorata dalla mafia in silenzio’”.