Gkn: anche Potere al Popolo sarà presente all’assemblea del 28 ottobre e al corteo nazionale del 30 a Roma

FIRENZE – “La vicenda della Gkn è al centro della questione ambientale. Non si può scegliere tra il lavoro e la vita. Questa vertenza è necessariamente politica. Non possiamo più giocare con le loro regole”: questa la presa di posizione di Potere al Popolo che ha preannunciato la propria presenza sia all’assemblea cittadina di questa […]

FIRENZE – “La vicenda della Gkn è al centro della questione ambientale. Non si può scegliere tra il lavoro e la vita. Questa vertenza è necessariamente politica. Non possiamo più giocare con le loro regole”: questa la presa di posizione di Potere al Popolo che ha preannunciato la propria presenza sia all’assemblea cittadina di questa sera, giovedì 28 ottobre, al Teatro Puccini, sia alla manifestazione di dopo domani a Roma.

“Le vertenze recenti (Gkn, Vitesco, Timken o Giannetti Ruote) – dicono in una nota – riguardano fabbriche di componentistica auto perfettamente funzionanti, che i titolari hanno deciso di chiudere o sono in fase di forte ridimensionamento. Queste vertenze si collocano tutte all’interno dell’automotive, ossia di un settore pienamente investito dalla svolta ecologica: In Italia il settore dei trasporti è da solo responsabile del 25% delle emissioni totali di Co2. È chiaro quindi che occorre intervenire direttamente sulla produzione dei mezzi di trasporto per ridurre le emissioni. Per fare sì che la transizione ecologica non resti solo uno slogan vuoto o un elenco di desideri, ma sia effettiva, bisogna dotarsi della possibilità concreta di decidere cosa produrre, come farlo, e come distribuirlo. Non possiamo lasciare che siano le multinazionali dell’auto a guidare la “conversione” dell’automotive, anzi, è più che mai necessario che i protagonisti siano lavoratori, lavoratrici, e più in generale chi abita il territorio”.

“Contro un fondo di investimento che vuole portarsi via lavoro e macchinari, solo il Governo può impedire d’urgenza che ciò accada e solo il Parlamento può cambiare regole vecchie di trent’anni, che oggi lasciano carta bianca alle multinazionali. Gli operai stanno facendo uno sforzo mobilitativo enorme dal 9 luglio dentro e fuori i cancelli;  in più sono riusciti a mettere su carta e presentare  una legge giusta, scritta non “sulle” loro teste, ma “con” le loro teste, una legge a cui abbiamo avuto l’onore di contribuire grazie al team legale del Telefono rosso”.

“Invece di continuare a riempire di soldi l’industria privata con la vana speranza che questo si traduca in continuità produttiva e occupazione, occorre che lo Stato obblighi le aziende non in crisi che vogliono andare via e licenziare, a lasciare stabilimento e macchinari sul territorio, cedendo allo Stato stesso il ramo d’azienda che si intende “tagliare”. E’ questo quello che prevede la legge antidelocalizzazioni scritta “con” gli operai Gkn. Assorbire fabbriche abbandonate dai loro vecchi padroni dentro un polo della produzione trasportistico nazionale a guida pubblica non avrebbe solo l’effetto, certamente positivo, di garantire continuità occupazionale, ma anche quella di dotare il nostro paese di una capacità di intervento nella trasformazione ecologica, che vada nel senso di produrre non solo auto per il mercato privato, ma soprattutto autobus, treni, tram, biciclette o auto per il car-sharing metropolitano. Una produzione che non guardi necessariamente alla quantità. Il 30 ottobre ci saremo, insorgiamo per il nostro futuro”.