Massimo Lensi: “La riforma sulle città metropolitane? Farraginosa…”

CAMPI BISENZIO – In merito alla questione delle città metropolitane, l’ultima bocciatura in ordine di tempo, proprio ieri durante un convegno a Firenze, è arrivata dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: “La riforma del ministro Delrio ci disorienta”. In precedenza era stata la Corte dei Conti (nell’audizione del 16 gennaio scorso) a parlare “in termini […]

CAMPI BISENZIO – In merito alla questione delle città metropolitane, l’ultima bocciatura in ordine di tempo, proprio ieri durante un convegno a Firenze, è arrivata dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: “La riforma del ministro Delrio ci disorienta”. In precedenza era stata la Corte dei Conti (nell’audizione del 16 gennaio scorso) a parlare “in termini oggettivi della singolarità di un percorso con il quale si provvede alla ridefinizione del ruolo e delle funzioni delle province, pur in presenza di un disegno di legge costituzionale che ne prevede la soppressione”. Ma anche del fatto che “la compresenza di più città metropolitane in un’area non idonea ad assorbire più azioni strategiche potrebbe determinare una ipertrofia organizzativa, non produttiva dei vantaggi sperati dalla riorganizzazione dei livelli del governo locale”. Fatto sta che Massimo Lensi, consigliere provinciale nel Gruppo misto e presidente della commissione città metropolitana da qui al momento in cui le Province cesseranno la loro attività (“E’ questione di due, al massimo tre mesi”, ha detto), si trova a guidare questo organismo proprio nel complesso momento del “passaggio di consegne”. Previsto almeno sulla carta. Eletto con i voti di Pd, Rifondazione Comunista, Sel, Italia dei Valori e Udc, Lensi ha incassato con l’ironia che lo contraddistingue da sempre il no solo di Forza Italia e Lega, lui che è stato candidato sindaco del Pdl a Campi Bisenzio e consigliere comunale del centro-destra campigiano dal 2008 al 2011. Quisquilie e pinzillacchere, avrebbe detto il grande Totò e anche lo stesso Lensi, se ci è consentito “interpretarne” il pensiero. Quello che conta adesso è l’impegno che lo aspetta nei prossimi mesi, che avranno come momento clou l’organizzazione di “un consiglio provinciale straordinario sulle città metropolitane in programma con ogni probabilità nel mese di marzo”. “Allo stato attuale delle cose – ha detto Lensi – c’è da capire se prenderemo la strada prevista dal decreto Delrio o se invece la Provincia sarà commissariata. In entrambi i casi la situazione resta decisamente complessa”. E dopo averci fatto sul posto un vero e proprio “Bignami sul decreto Delrio”, “la principale considerazione da fare – ha aggiunto Lensi – è che si passa da un ente di secondo livello a qualcosa di indefinito, senza che ci sia più una funzione di controllo da parte dei consiglieri eletti dai cittadini; in parole povere ci troviamo di fronte a uno schema opaco, a un disegno farraginoso, anzi a un disegno di potere”. Per default, poi, l’incarico di “guidare la futura città metropolitana spetta al sindaco del Comune capoluogo (nel nostro caso, quindi, il sindaco di Firenze)” e il pensiero per un attimo torna all’area, ai Comuni e ai cittadini della Piana che “si troveranno a far parte della Città metropolitana con un presidente eletto solo dai fiorentini…”. Quel che è certo è che la Provincia di Firenze diventa ogni giorno di più una “scatola vuota” , con i consiglieri a fare da portieri (nel senso che sono loro ad aprire la porta…) con i rispettivi visitatori. Mentre noi concludiamo da dove siamo partiti, ovvero dalle parole del presidente Squinzi: “La riforma Delrio, oltre a moltiplicare il numero di enti locali, non delinea un quadro chiaro sull’allocazione delle funzioni di area vasta e preoccupa quando consente la nascita di nuove città metropolitane (attualmente siamo già a venti) oltre alle nove, più Roma, previste in un primo momento…”. Il resto? Lo scopriremo solo vivendo.