“Preghiera a Gesù”, sono gli auguri di buon Natale di don Momigli

CAMPI BISENZIO – Come già successo a Pasqua, anche per le festività natalizie don Giovanni Momigli, da sempre amico di Piananotizie, ha inviato alla nostra redazione la preghiera che caratterizza la sua novena di Natale. Una preghiera che vuole essere anche un augurio per l’imminente arrivo del giorno più atteso dell’anno, che noi contraccambiamo e […]

CAMPI BISENZIO – Come già successo a Pasqua, anche per le festività natalizie don Giovanni Momigli, da sempre amico di Piananotizie, ha inviato alla nostra redazione la preghiera che caratterizza la sua novena di Natale. Una preghiera che vuole essere anche un augurio per l’imminente arrivo del giorno più atteso dell’anno, che noi contraccambiamo e che rivolgiamo anche ai nostri lettori.

Preghiera a Gesù

Signore Gesù,
guardando il presepe allestito da poco, mi soffermo sulla mangiatoia ancora vuota e penso all’enorme distanza tra il modo di pensare e lo stile di vita che ci caratterizza in questo nostro tempo e il cammino spirituale di attesa, speranza e conversione proposto dal tempo di’Avvento, per vivere fruttuosamente il tuo Natale. Il clima culturale che ci avvolge e condiziona, sembra appiattire tutto sul presente, svuotando di senso ogni prospettiva e ogni attesa, sterilizzando la speranza nel suo essere nutrimento creativo e proiezione di futuro. Dall’ambito familiare a quello sociale e politico, le responsabilità sono ricercate sempre e solo fuori di noi e l’agire è mosso prevalentemente da un antagonismo conflittuale e miope, incapace di interpretare le dinamiche del presente e di immaginare il futuro con paradigmi e visioni nuove e più umane. Con il tuo volto di Bambino, sul quale risplende l’amore e la tenerezza del Padre, cerchi il volto di ciascuno, per vivere con ognuno e con tutti un rapporto personale e comunitario. Assumendo la nostra umanità, ci dici che una vita nuova è possibile proprio riscoprendo la concretezza di ogni volto, la ricchezza della relazione, il valore della fraternità solidale, liberandoci dalla crescente e inquietante litigiosità, dal costante degrado dei rapporti e dall’anonimo incasellamento delle persone in categorie astratte o ideologiche, in numeri di statistica e in percentuali di sondaggio. Caro Gesù, tu ci cerchi dove siamo e come siamo. Non vieni per le nostre doti e a contare i nostri successi, ma a sanare le nostre ferite, a colmare la nostra pochezza, a testimoniare che la pienezza si trova e si realizza nell’amore. Contemplando la mangiatoia dove sarai posto, già sento il tuo pianto di neonato che grida: aprimi la porta della tua vita; posso donarti una profonda gioia di vivere, la gioia di uscire dal chiuso soffocante del tuo io e di condividere amore, la gioia di operare per un’umanità migliore, di spenderti per un amore più grande.
Si, vieni Signore Gesù!

Don Giovanni Momigli