Vini di qualità ma falsi: sgominato traffico di Sassicaia, Brunello di Montalcino e Chianti

FIRENZE – Sgominato traffico di vini toscani pregiati contraffatti quali Sassicaia, Brunello di Montalcino e Chianti di notissime aziende vinicole. Nella mattinata odierna, nelle province di Firenze, Prato e Padova, i Carabinieri del NAS di Firenze, con la collaborazione di militari del NAS di Padova e dei rispettivi Comandi Carabinieri Provinciali, a conclusione di un’attività […]

FIRENZE – Sgominato traffico di vini toscani pregiati contraffatti quali Sassicaia, Brunello di Montalcino e Chianti di notissime aziende vinicole. Nella mattinata odierna, nelle province di Firenze, Prato e Padova, i Carabinieri del NAS di Firenze, con la collaborazione di militari del NAS di Padova e dei rispettivi Comandi Carabinieri Provinciali, a conclusione di un’attività d’indagine piuttosto articolata e denominata “Geminus”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pistoia, hanno eseguito quattro decreti di perquisizione nei confronti di tre indagati e di una società di import-export con sedi in Italia e nella Repubblica Popolare Cinese. I tre soggetti perquisiti, di nazionalità cinese, sono indagati, insieme ad altre quattro persone di nazionalità cinese e italiana, per aver prodotto, imbottigliato e commercializzato, soprattutto all’estero, vino con false indicazioni relative a denominazioni di origine geografica garantita e tipica, utilizzando in etichetta marchi, segni distintivi e caratteristiche grafiche e tipografiche che indebitamente imitano marchi registrati e il design del packaging di vini pregiati prodotti in Toscana.

L’indagine era partita a marzo dell’anno scorso in seguito a una segnalazione pervenuta al NAS di Firenze da parte di una società produttrice del vino “Doc Sassicaia”, relativa all’esposizione di “cloni” di Sassicaia e di altri vini toscani di pregio documentata nel corso di una importante manifestazione fieristica svoltasi nella città cinese di Chengdu. Le conseguenti indagini avviate dal NAS hanno permesso, in successione, di individuare il punto di origine delle bottiglie presso un’azienda agricola in provincia di Pistoia, ma con ramificazioni anche in provincia di Siena (Chianti e Montalcino); rintracciare su una nota piattaforma on line di vendita l’offerta di vini sospetti oggetto di interesse investigativo; accertare l’esistenza di pregresse importanti movimentazioni di vino Chianti rosso in bottiglia in partenza dal pistoiese verso Hong Kong e la Cina continentale e , infine, intercettare presso il porto di La Spezia, con attività di monitoraggio in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, alcune partite di bottiglie di vino rosso spedite verso quelle destinazioni, prive dell’etichetta frontale.

Con i riscontri acquisiti nel corso dell’indagine, con la fattiva collaborazione dei legittimi titolari dei marchi, il NAS è riuscito a ricostruire i rapporti tra l’azienda vitivinicola toscana e alcune società di import-export di merci varie con sede in Italia e in Cina, gestite da cittadini asiatici. Le suddette aziende, già in affari tra loro dal 2015, grazie all’intermediazione del mediatore pratese, avevano trovato un accordo per inviare in Cina, a partire dal 2018, bottiglie munite di sola retro-etichetta, triangolate cartolarmente su società di comodo con sede in Hong Kong. A destinazione, con la connivenza del produttore italiano, venivano apposte le etichette frontali create tipograficamente ad imitazione di quelle dei vini italiani tra i più importanti nel panorama internazionale. I vini così prodotti erano poi commercializzati da un ulteriore società cinese, ritenuta collegata alle altre, destinandoli al mercato cinese e al mercato online tramite una delle più note piattaforme asiatiche di e-commerce.